Synology DS420+
I NAS hanno un solo problema: il nome.
Synology DS40+ è un NAS con quattro vani per dischi, due
porte USB e due porte Ethernet. È un modello con funzionalità e specifiche di fascia media, che ha
nella possibilità di accelerare via cache SSD NVMe i contenuti il suo vero vantaggio tecnico. A fine
luglio 2020 costa circa 500 euro, ma il prezzo è condizionato da una
distribuzione davvero recente.
Con un processore Intel Celeron Dual Core, con il sistema operativo DSM, con i servizi necessari a
macOS,
Windows, Linux, Android e iOS, e con uno slot per aggiornare la memoria RAM (fino a 18 GB, seppur in
via non ufficiale - vedi paragrafo a fine recensione), è un modello consigliato sia a casa sia in
ufficio, soprattutto dove serve (o
servirà) tanto spazio e dove si pensa che una macchina virtuale, un server di stampa, un server per
videocamere IP di sicurezza, un server per bloccare la pubblicità, un router per la VPN, un server
per la distribuzione di video e di audio - quindi non un semplice NAS per il backup e la
condivisione dei file, dalla rete locale o da fuori casa -, possa far comodo, prima o poi.
SCHEDA TECNICA
ProcessoreIntel Celeron J4025 Dual Core Ram2 GB soDIMM DDR4-2666 (fino a 6 GB) Crittografia HWAES-NI Vani per dischi4x SSD o HDD / 2x M.2 2280 PCIe (NVMe) cache CapacitàFino a 64 TB Porte2x 1 Gb LAN / 1x USB-A 3.0 frontale / 1x USB-A 3.0 posteriore ConsumoFino a 28.30 W / Ibernazione 8.45 W / Accensione programmabile Telaio199 x 166 x 223 mm / 2180 grammiVersatilità
Questo per spiegare, pressappoco, di cosa sto parlando e per lasciare un’idea grezza del perché
ha
sempre più senso avere un NAS. Più tempo passa e più servono strumenti per gestire la
rete, e più
uno affina le sue pretese informatiche più capisce quanto un computer predisposto alla
centralizzazione di
tutto, o quasi, come è appunto un NAS, progettato per restare acceso o per farsi trovare acceso
quando serve, sempre e comunque, è una buona idea.
Nelle tre settimane, quasi quattro, di test, ho iniziato ad usarlo per il semplice archivio dei file che cerco più spesso (le musiche dei video, i sorgenti di certe grafiche, dei documenti) e per backup di quelli che potrebbero servire (gli originali dei video, le tracce FLAC dei podcast) ma son finito per spostare il server DNS PiHole dall’FX170 ad una Void Linux virtualizzata dal suo software, per abilitare un gateway per NordVPN, per farne il server di stampa al posto del FritzBox 7590 (che su Windows richiede una configurazione noiosa poi su Linux) e per ragionare su un sistema di snapshot incrementali (o simile, devo ancora vedere) da far partire in automatico ogni notte. Tutti contesti messi in piedi dall’interfaccia utente di DSM, DiskStation Manager, senza approfondire e solo con le procedure guidate proposte. Il software Synology è potente e personalizzabile ma soprattutto è senza imprevisti; si comporta come deve e dà l’idea di sapere già di cosa hai bisogno, di quali regolazioni stai cercando.
Un DS420+ collegato in una rete Gigabit e completato da dischi capienti diventa un cestino di rete. Lo usi per metterci dentro di tutto e, una volta fatti i collegamenti e stabiliti gli automatismi sul tuo sistema operativo, finisci per dimenticarti che sia una memoria esterna.
Il mio setup è avanzato e costoso perché con 2 SSD Synology SAT5200 da 960 e 480 GB, accelerate da una cache su Synology SNV3500 da 400 GB, tutto materiale fornito per la prova, devi solo decidere quale RAID utilizzare (e io ho lasciato la voce predefinita, quindi il proprietario SHR, Synology Hybrid Raid, su filesystem BTRFS - vedi dettagli più avanti) e non pensarci più. Un acquisto più oculato potrebbe mischiare HDD molto capienti ad una SSD NVMe per la cache e il buffer; si forma un’archiviazione ibrida facile da migliorare nel tempo e comunque in grado di coprire le velocità di trasferimento possibili con le Ethernet a 1 Gb, vero limite hardware del DS420+. Il Bonding e il Link Aggregation delle due porte aiutano (ma dipende anche dall'origine dei cavi) ma una Ethernet a 2.5 Gb avrebbe chiuso ogni discorso.
Nelle questioni multimediali si usa il Celeron J4025 Gemini Lake per la transcodifica H264, H265, VC-1, MPEG-2 fino ai 4K 60 fps, ed è consigliato farlo con l’app Synology Video Station anziché con Plex. Primo perché tutte le licenze necessarie sono incluse quindi si sfrutta la CPU in forma nativa; secondo perché c’è lo stesso modo integrare il client con Chromecast, Apple TV e ogni altra destinazione; terzo perché per gestire bene Plex servirebbe un NAS basato su CPU Intel Core, e di solito questi o sono dei prodotti assemblati o sono dei NAS di fascia più alta e di prezzo doppio. Ma con l’aumentare delle prestazioni aumenterebbe anche il calore generato e quindi la rotazione delle ventole, il rumore, il consumo. Il DS420+ attrezzato come sopra descritto ha un consumo massimo vicino ai 20 watt (su presa - c'è un grafico poco sotto) e ventole che non si riescono a sentire; soprattutto l’aria che ne esce è fresca nonostante le temperature della stanza in cui si trova (fine luglio, Roma centro, con una sola ventola a soffitto; lascio a voi le stime).
Sistema DSM
Il mio utilizzo non è ancora stato intenso ma il sistema DSM mi ha sempre soddisfatto. Questo
resoconto non deve essere un altro manuale utente perché quello online, demo compresa, è fenomenale;
Synology è impeccabile in questo: vi consiglio di guardare la pagina dedicata ai documenti tecnici
disponibili. Ma voglio mettere il punto su opzioni comuni che vengono date per scontate ma che sono
vere comodità per ogni utente e non solo perché sono a distanza di un click ma perché funzionano
dalla prima impostazione, senza sorprese e senza dover mai controllare i log. Cose come la
pianificazione della sospensione e dell’accensione/spegnimento, le notifiche SMS, push, email con
molti tipi di alert, la regolazione della velocità delle ventole e dell’intensità dei LED di
notifica (anche in base all’orario), l’integrazione con assistenti vocali per fare in modo che, ad
esempio, Alexa legga l’archivio di musica locale. Andate a fondo nell’interfaccia giocando con la
demo messa online da Synology; è un po’ più lenta di quella che avrete poi in locale, ricordatelo.
Passate minuti tra le app che è possibile installare: visto quante? Sono soltanto le ufficiali.
DS420+ ha 2 GB di RAM saldata su scheda e uno slot per DDR4-2666 libero e accessibile togliendo i dischi. Secondo Synology, si può installare un banco da 4 GB per portare la RAM totale a 6 GB, ma online ci sono testimonianze di utenti che hanno installato un banco da 16 GB (Crucial, ma è un dettaglio) per arrivare così a 18 GB di RAM totali. Niente da fare, invece, con un banco da 32 GB. La procedura non è ufficiale e non è detto che Synology decida di vincolare l'hardware ai 6 GB previsti.
Dischi e dati
Filesystemmemoria internaBtrfs, ext4 Filesystem
memoria esternaBtrfs, ext4, ext3, FAT, NTFS, HFS+, exFAT Tipologia RaidSynology Hybrid RAID (SHR), Basic, JBOD, RAID 0, RAID 1, RAID 5, RAID 6, RAID 10
Conclusioni
In sostanza Synology DS420+ non si discute, ma io vedo un
problema di fondo con questi prodotti: il loro nome. Secondo me i NAS dovrebbero chiamarsi in
un altro modo. NAS sa di Windows 98 e di DivX, sa del rumore degli hard disk o peggio
ancora dei nastri di backup.
In “Network Address Storage” non c’è nulla di smart, di cloud, di aiuto alla mia personalità online.
Eppure questi
computer ottimizzati per la condivisione di file (film, musica, documenti personali), ormai potenti
a sufficienza per far girare server di vario livello (macchine virtuali, immagini docker,
ad-blocker, dns privati, vpn, stampa, videocamere di sicurezza, controlli IoT), sono maturati come
ogni altro dispositivo informatico ed hanno raggiunto una semplicità d’uso, un’utilità alla portata
di tutti, da farmeli vedere come i pezzi d'hardware più sottovalutati del decennio. Vero che la
possibilità di avere una linea ADSL per pochi euro al mese e vero che sfruttare i GB liberi
(ma non per questo gratuiti) dei vari Google, Amazon, Dropbox
ha reso vecchia l’unità personale e locale, ma in tutto il resto è
davvero curioso come non si riescano a far uscire i vantaggi dell’avere un prodotto così.
Quindi come è successo con i programmi diventati “app”, con le directory di software diventate “store”, con i server remoti diventati “cloud”, e con tanti altri esempi che adesso non mi vengono, mi auguro che si riesca presto a reinventare anche un dispositivo versatile così.