Come lavoro (EP1)
Ho svecchiato lo studio con
Vi ricordate del vecchio Room Tour? Quello diviso in tre
parti, pubblicato nel 2017, con dentro una pimpante e ingenua versione di me? Aveva delle lacune,
dei buchi. Quindi ho pensato di svecchiare la stanza. C'è stata l'opportunità di cambiare monitor
con un modello dieci volte migliore (e l'ho colta); c'è stata l'opportunità di dare via una montagna
di fumetti e quindi spostare la libreria (e non ho avuto scelta); mi è servito un
microfono attaccato al muro così da poter parlare in piedi; è venuta fuori la necessità di costruire una
postazione per lavorare in piedi, senza sedermi, ed è un pretesto che ha liberato l'Arturo Bandini
che è in me.
Sono soddisfatto del risultato. Quando la mattina mi metto lì a lavorare sento di avere tutto sotto controllo. Ma non è ancora finita. La workstation Ryzen sta per essere rinnovata nei componenti (CPU, GPU, mobo) e nell'impianto di smaltimento di calore (torno alle ventole). È un'altra opportunità/proposta che ho preso al volo: più potenza grafica, parecchi più core, nessuna lucina all'interno. Peccato che non sia altrettanto facile svecchiare se stessi! Ma vi dirò tutto nella seconda parte del Room Tour (edit: online!). Oggi pensiamo al monitor BenQ e al piano di lavoro che farebbe invidia a Jethro Gibbs.
SCHEDA TECNICA
Schermo27 pollici / 3840 x 2160 px / Anti-riflesso PannelloIPS / 60 Hz / 10-bit / 1000:1 / 5ms GtG CoperturaDCI-P3 96% / sRGB 100% / AdobeRGB 100% RegolazioniInclinazione 5-20° / Altezza +-15 cm / Rotazione +- 30° / Pivot Connettività2x Thunderbolt 3 (PD 15W e 65W) / 2 HDMI 2.0 / DP .14 / 2 USB 3.1 Downstream / USB 3.1 Upstream / mini-USB / Jack 3.5 mm AudioAltoparlanti integrati 2x 2 watt DimensioniSenza base: 444 x 614 x 186 mm / 8.3 kg AltroVESA 100 / Controller OSD esterno Hotkey Puck G2 / Filtro luce blu / PiP / PbP / KVM ConfezioneCavo Thunderbolt 3 / 2x cavi HDMI 2.0 / Cavo alimentazione / CD-ROMBenQ PD2720U
Passare da un 27 pollici Full HD a un 27 pollici 4K HDR con
copertura P3 e mille altre qualità comprese le due Thunderbolt 3 con Power Delivery, è un
miglioramento che tutti vorrebbero almeno sperimentare. In realtà avevo dei dubbi perché quel 27
(un 27MB35PH-B) così "sgranato" non era lì per caso. Affiancava il Samsung da 34 pollici 1440P e mi
dava diverse
possibilità: scrivere con caratteri grossi, controllare la resa dei lavori prima di metterli online,
lavorare con una finestra alla volta e quindi concentrarmi solo su quello che ho davanti. Consiglio
di non sostituire i vecchi monitor di qualità ma di affiancarli ad altro:
il loro punto di vista vi può servire.
Al di là dei dati tecnici, delle varie coperture e dalla calibratura effettuata su ogni unità prima
di inserirla nella scatola, del monitor BenQ PD2720U apprezzo certe scelte progettuali.
L'alimentatore integrato nel telaio è fondamentale nella mia postazione, perché con
un modulo esterno avrei dovuto smontare la staffa e la canalina reggi-cavi che sta sotto. Anche
avere tutte le porte sul fondo anziché sui lati mantiene la cornice laterale sottile per affiancare,
volendo, e meglio, un altro display; inoltre riesco a tenere un cavo Thunderbolt 3 piegato e
collegato sotto al monitor perché ci sono circa 10 cm tra le porte e la fine del telaio.
La modalità Pivot (verticale), il supporto VESA e le regolazioni avanti, indietro e rotazione destra/sinistra sono quello che ci si aspetta da un prodotto così, ma qui c'è anche una staffa in metallo parecchio più stabile (e pesante) di quelle che ho trovato nel Samsung C34H890 e nel 32UD99 di LG che avevo prima. A distanza di cinque mesi, per chiudere questo blocco, non sento le plastiche scricchiolare nonostante l'installazione sul braccio esterno.
Ma c'è dell'altro, e riguarda il software. Inteso come firmware (interno) e come gestione dal sistema operativo. Dal programma chiamato BenQ Display Pilot si riescono a controllare tutte le funzioni previste dal monitor senza toccare il pulsante sul retro; dagli strumenti come il PiP, il PbP fino a x4, il KVM e il partizionamento del desktop, ai profili colore (sRGB, M-Book, DCI-P3, HDR, Adobe RGB, Rec.709, CAD/CAM e Animazione). Ci sono due grosse chicche: la modalità applicazione e l'ICC Sync. La prima serve ad attivare una calibratura specifica per l'app in funzione (ad esempio: sRGB per Illustrator, DCI-P3 per Premiere Pro, eccetera eccetera); la seconda pensa ad installare ed attivare il profilo icc specifico allo spazio colore selezionato. Così se ho il monitor in AdobeRGB, ecco che il sistema operativo si adegua. Le misurazioni dei grafici a seguire sono eseguite con Calman.
Difetti hardware non ne vedo, ma ci sono dei limiti nella componentistica. L'impianto audio è inadeguato, e se da una parte è vero che chi acquista un monitor come questo ha una strumentazione audio specifica e separata, dall'altra si potevano inserire due altoparlanti almeno modesti. Anche la luminosità massima della mia unità è più bassa di quel che avrei voluto - valore dichiarato di 350 nits - ma l'uniformità è impeccabile ed è una dote molto più importante quando si discute un monitor da studio. Infine il controller Pocket Puck G2 è un gadget utile perché fa risparmiare tempo, ma lo avrei barattato con il sensore di luminosità BenQ Brightness Intelligence Plus per leggere la luce ambientale e regolare l'intensità e la temperatura in automatico durante la giornata.
Il monitor BenQ costa circa 1000 euro in questo momento. Il prezzo è una
discriminante e fa capire a chi si rivolge. Queste persone possono prenderlo in considerazione
perché non ha difetti tecnici ed è flessibile sia nel posizionamento sia nel firmware. È perfetto
per i MacBook (ha un preset specifico per macOS dove si cerca di replicare la resa del pannello
integrato) e per gli ultraportatili con Thunderbolt 3, oppure per affiancare un monitor specifico
per il multimedia e il gaming come il mio Samsung VA da 100Hz (lo so, ho un setup invidiabile).
Tutti gli altri dettagli tecnici sono sul sito BenQ Italia.
Lavorare in piedi
La scrivania per lavorare in piedi è un banco da lavoro
alto 103 cm perché è questa l'altezza che mi fa stare con le spalle rilassate, i piedi appena
divaricati, il collo sciolto. I dettagli sono nel video abbinato a questo articolo, ma,
in sostanza: ho comprato una libreria Ikea Billy; ho fatto tagliare i lati a 101 cm dal falegname
sotto casa; ci ho avvitato e incollato sopra un piano rivestito largo 40 cm e spesso 2; ho attaccato
tutto al muro. Il resto sono finiture (l'altro pannello laterale, il bordo battente, i tappi per
nascondere le viti - cavicchi, da queste parti, non so da voi) e accessori (la ciabatta a scomparsa,
tutte le scatole sotto, il pannello forato Ikea).
Ho speso meno di 100 euro. Il mobile è stato assemblato in un pomeriggio con colla vinilica, viti e trapano, ma la maggior parte del tempo è servita per tagliare qua e là dove serviva così da far aderire tutto al muro. Le mensole laterali e quella in alto sono state ricavate dagli avanzi e poi verniciate. Tutto qua: l'obiettivo è tenere a portata di mano solo l'essenziale, spostare il resto in un'altra stanza, e minimizzare le distrazioni e le finalità; voglio che resti un banco da lavoro (per smontare oggetti, sistemare oggetti, costruire oggetti) e non una seconda scrivania. Quindi voglio che sia libero, pulito, in ordine.
Durante la giornata cerco di sedermi il meno possibile, oppure di spostarmi spesso
tra la postazione con doppio monitor e questa. Mi sforzo ad alternare le sedie tra la Cinius
ergonomica e una classica seduta Ikea da ufficio. Stare in piedi per molte ore al giorno può essere
faticoso se non si fa attenzione alla postura; niente posizioni strane, appoggi su una gamba,
intrecci; niente collo rivolto verso il basso. Bisogna sforzarsi per cancellare questi vizi
posturali e non è così semplice. Faccio del mio meglio perché la differenza tra una
giornata ideale e una che ho passato a montare video, quindi per dieci ore sulla scrivania grande, è
così importante da darmi ripercussioni il giorno successivo. Si tratta di avere una schiena
dolorante nella zona lombare e nelle scapole, o avere un busto sciolto. Si tratta di uscire la
mattina a correre con un corpo che sento a posto, o di dovermi scaldare bene perché un po'
"incastrato".
C'è un libro di cui vi ho parlato nel podcast chiamato Deskbound. Il suo payoff è "Sitting is the New Smoking" e questo dovrebbe darvi un'idea. Ve lo consiglio. Leggetelo ed abbinate l'altro testo Ready to Run se fate attività fisica e volete fare un salto quantico nella mobilità. Si tratta di passare dieci minuti al giorno, ogni giorno, a fare stretching. E non è una prospettiva tanto brutta, no?
Chiudo con una serie di link; sono affiliati perché mi aiutano a campare. Per i dettagli sulla scrivania, e per i nomi di tutto il resto, guardate il video. Nella seconda parte di questa serie vi parlerò della workstation Ryzen che sto assemblando, di cosa ho scelto e dei motivi che mi hanno fatto venir voglia di mettere insieme una configurazione il più silenziosa possibile (non facile quando hai un 3900X e una 5700XT). Ci torneremo. Aggiornamento: ecco qua.
- Il monitor BenQ DesignVue PD2720U.
- Il microfono BeyerDynamic Fox USB.
- Gli auricolari a conduzione ossea Aftershokz Aeropex.
- Le cuffie isolanti e antirumore.
- Le ciabatte a scomparsa Inotech e Brennenstuhl.
- L'orologio fluido Gravity.
- Il supporto a muro per microfono e proiettore.