MacBook Pro 16
Un brand non è mai la merce ma la sua idea psicologica.
La vita è schizzinosa e richiede un concorso di circostanze
assai particolari, ma questa recensione a MacBook Pro da 16 pollici sarà netta e
schietta perché il prodotto è netto e schietto. Ho un compito facile che posso sbrigare così: vi
serve? compratelo. Funziona come previsto ed è tra i prodotti Apple più riusciti - assieme agli
AirPods, e come gli ultimi Apple Watch.
Ora, con quel "vi serve?", do per scontato che vi serva un portatile per il lavoro impegnato e
prolungato, soprattutto se creativo o comunque produttivo (nel senso latino di producĕre,
derivato di ducĕre "condurre", quindi concludere quel che avete in testa, portarlo in
una forma che altri possono esperire, buttarlo fuori). Perché è vero che costa quanto il vecchio 15
pollici nonostante le novità (tastiera, schermo, impianto termico, memoria SSD doppia, altoparlanti,
microfoni) ma sono comunque 2799 euro per la
configurazione base e non c'è da scherzare con
quasi-tremila-euro per un portatile.
Per dirvi, e si capisce, che è sprecato quando non si fa sul serio, quando non è il PC di lavoro o
quando si compra senza partita IVA (che poi qui potremmo aprire tutto un paragrafo sullo scaricare
l'IVA e pagarlo meno ma non mi va). Oppure quando uno si rende conto che può lavorare in studio nel
97% dei casi e
allora farebbe bene a investire in un fisso anziché in una workstation da viaggio come questa. O
anche quando si è il tipo di persona che riesce a può usare Windows anziché macOS.
Ecco, un'ultima cosa: questo MacBook Pro 16 è cucito attorno ad un preciso utente, è pensato
per un preciso modo di fare,
che è quello di chi usa il sistema operativo Apple e i software a lui legati. Parlo di Final Cut Pro
X, parlo di Logic
Pro X, di Davinci Resolve, di Xcode, di Maya; e in minima parte di Premiere, Lightroom e Photoshop
per chi
sopporta gli alti e i bassi della suite Adobe su macOS. Perché? Perché è con questi software che fa
cose che prima non si potevano fare sui laptop Apple. Ci arrivo. Prima devo chiudere questa sezione
così come l'ho iniziata: vi serve? Compratelo.
SCHEDA TECNICA
Schermo16 pollici IPS 3072 x 1920 px / P3 / True Tone ProcessoreIntel Core i7 o i9 fino a 8-core @ 2.4 - 5 GHz Scheda grafica Radeon Pro 5300M o 5500M / 4-8 GB GDDR6 / Intel HD 630 Memorie16-64 GB DDR4-2666 / SSD NVMe 512-8192 GB ReteWi-Fi ac + Bluetooth 5.0 Porte4x Thunderbolt 3 (40 GB/s) / Jack audio 3.5 mm Batteria99.8 Wh / PSU USB-C 96 watt Telaio358 x 255 x 16 mm / 2000 grammi AltroWebcam 720p / TouchBar + Touch ID (chip T2) / 3 microfoni / 6 altoparlanti / 2 wooferErgonomia
Sono tanto sfacciato perché Apple ha azzeccato ogni
modifica. Lo schermo da 16 pollici dà il nome al portatile ma è il componente più banale perché usa
le direttive di qualità degli ultimi MacBook Pro. Quindi arriva a 500 nits (con una variazione
massima dell'illuminazione del 3%), quindi copre oltre il 98% del DCI-P3 e il 100%
dell'sRGB, quindi ha il True Tone e di conseguenza risulta più naturale di tutti gli altri sistemi
per la riduzione della luce blu, quindi ha valori DeltaE grigi e colori trascurabili. Più avanti, se
scrollate un po', trovate i dati. È il solito schermo Apple che arriva calibrato, pronto per essere
messo in mezzo senza sonde, senza software, e senza profili colore esterni.
Non è tutto: grazie a macOS Catalina questo Mac-da-16 (slang che adoro, sembra quello di un hamburger) può usare sia il Tone Mapping sui software supportati per non perdere le informazioni più luminose nei flussi HDR quando lavorati su monitor standard (EDR, ovvero Extended Dynamic Range), sia il cambio di frequenza per adeguarsi alla fluidità del filmato in riproduzione (47.95, 48, 50, 59.94, 60 Hz). Non inserisco in questo paragrafo le cornici ridotte dovute alla nuova diagonale nel telaio di sempre, perché non è una cosa speciale. Anzi, era l'ora.
E l'audio? Altra sciccheria. Ci sarebbe tutta una storia da raccontare sui sei altoparlanti e soprattutto sui due woofer force-cancelling per la controfase necessaria a ridurre le vibrazioni sul telaio, ma sarebbero comunque: 1) cose che avete già sentito; 2) informazioni tecniche spoglie poco utili per rendere l'idea di quello che è il risultato finale. Vuoi per qualche equalizzazione software specifica (cose che altri non fanno), vuoi perché finisci per averli davanti, alla distanza ideale di ascolto (ma questo vale per tutti i portatili), gli altoparlanti di MacBook Pro 16 suonano come un impianto separato. Hanno tanti bassi, hanno tanti medio-alti per sembrare vicino alle orecchie, e riempiono bene una grande stanza al punto che li puoi usare per fare del montaggio video o dell'editing audio senza troppi sacrifici. Tempo fa provai un notebook da gaming con componenti simili (i woofer, soprattutto) ma lì era una questione di potenza d'uscita necessaria a coprire il fruscio delle ventole mentre qui c'è uno strumento che assiste il lavoro. È una questione di qualità, non di tanto volume.
Con i tre microfoni ho registrato un pezzo di podcast. Nella puntata 46 de Il Mordente, uscita il 25 novembre 2019, ho risposto alla domanda di un utente dai microfoni del MacBook Pro 16. E sul canale Telegram ho lasciato un messaggio vocale catturato allo stesso modo. Anche il Soundcheck linkato poco sopra è registrato dai suoi microfoni. La qualità basta per il doppiaggio in mobilità di un video, o a registrare una traccia audio da editare, poi, per una pubblicazione impegnata. Non sostituiscono un microfono da studio, dinamico o a condensatore che sia (anche perché non c'è l'effetto prossimità: al MacBook si parla a distanza), ma non ricordo una qualità simile ricavata dai microfoni integrati di altri computer.
Diamo un'occhiata alla nuova tastiera. Conoscete la storia delle farfalle volate via (o delle forbici che hanno tagliato le loro ali, a vostro gusto) quindi non la ripeterò. Ma come tutti quelli che ci hanno messo le mani posso confermare che è simile alla vecchia, nel rumore e nella sensazione quando la premi, nella forma a T delle frecce e nel tasto ESC isolato, anche nella dimensione dei keycaps che sono più piccoli e più separati rispetto all'innominabile vecchia. Però io preferivo l'innominabile vecchia, specie nell'ultima revisione, quella del MacBook Pro 13 di giugno 2019. La trovavo più precisa e più equilibrata nella discesa del tasto. Qui c'è una zona di incertezza prima del punto di attuazione (tra qualche giorno ne parleremo meglio su Super Fun With Caps!, perché la seconda puntata tratta una tastiera dove si può regolare questo "punto") che poi è uno dei motivi per cui ricorda vecchie sensazioni.
Ora, non voglio darvi un'informazione per un'altra quindi ripeto quel che ho detto nel lungo discorso del video: è una tastiera ottima e vi piacerà. Fa anche un suono che dà meno fastidio. Ma ha una resa un po' banale, ecco, troppo comune per tipi come me. A questo punto, se devo schiacciare plastica quasi-morbida, torno sul ThinkPad X1. Una nota tecnica: Apple ha usato la struttura della Magic Keyboard per iMac ma ha dovuto rivedere il sistema di illuminazione, forse per esigenze di spazio. C'è il teardown di iFixit che lo spiega bene. Qualcuno in rete ha lamentato una rifrazione più sbaffata del solito, ma io non ho visto nulla di strano. Anche nella vecchia usciva un po' di luce dal contorno dei tasti, e si è sempre notata in confronto alle tastiere pulitissime dei Surface Laptop, per dire. Il touchpad è ancora il migliore della categoria. Punto.
Prestazioni
Adesso smettete di leggere e guardate i grafici sotto.
Saltate questo paragrafo, saltate la foto agli interni, andate giù. Quelle linee dritte, senza
crolli, derivano dal restyling al sistema di smaltimento del calore. E, dato che ho provato il
MacBook Pro 16 più potente, quello con Intel Core i9-9880HK da 45 watt e 8-core, con Radeon
Pro 5500M e 8 GB di GDDR6, posso fare il confronto col vecchio i9 da 15 pollici, quello
famoso per aver fatto parlare di throttling termico il mondo intero. Perché prima di quel modello,
sui MacBook Pro, eravamo abituati a temperature sui 100 °C ma non avevamo visto crolli tanto
penalizzanti alle frequenze e alle prestazioni. Nel nuovo 16 ci sono ventole diverse, ci sono
griglie posteriori più grandi.
Questo dimostra che nella vecchia implementazione
Apple non si era comportata da Apple ma aveva fatto quel che la concorrenza mette in pratica da
tempo (l'ultimo processore implementato nella maniera più veloce e standard possibile, e poi
speriamo bene) mentre qui ha capito che doveva poter governare parecchi watt in più per non dover
limitare la CPU dopo pochi minuti di spinta estrema. Quanti watt? 12, da reggere per tutto il tempo
necessario.
Il mio Core i9-9880HK da 2.4 - 5 GHz fa girare un mostro da 4600 euro (perché ci sono 2 TB di SSD) ma è un incubo per chi lo deve valutare perché i 5 GHz sono raggiunti in single core solo quando la temperatura è inferiore ai 50 °C (TVB, Thermal Velocity Boost, pari a +200 MHz su Coffe Lake-H), e su un portatile così significa avere uno spunto davvero breve. Di fatto i lavori girano a 4.5 GHz, piuttosto. E sono raggiunti quando serve dal MacBook Pro 16 con un consumo sulla CPU vicino ai 90 watt. È un bel vedere.
A me hanno sorpreso due cose: le temperature a regime tendenti ai 90 °C sono basse per i MacBook Pro, e il consumo più alto dei 90 watt con la presa, a muro, che nel mio strumento supera i 100 watt (ultimo grafico) quindi oltre i 96 watt dell'alimentatore. Può essere un errore della mia attrezzatura perché non ho visto la batteria perdere capacità nei lavori più estremi, ma è un'informazione qualificante per capire di quali numeri parliamo. E sono numeri alti per un portatile comunque sottile e per un alimentatore che resta piccolo - in rapporto a quello che riesce a fare. Il compromesso è nelle sue temperature (47 °C a contatto, e credo si possano raggiungere anche i 50 °C - vedi immagine termica sotto) ma il formato così portatile dà senso al tutto e non rosicchia la portabilità.
Guardare ancora una volta questi numeri fa capire quanto è complesso bilanciare tutto. Di fatto, un MacBook Pro 16 sotto stress massimo ha una richiesta di watt così alta da non farsi bastare i 65 watt di Power Delivery del mio monitor Thunderbolt 3 BenQ PD2720U 4K HDR (ne parlerò meglio nel video Room Tour che sto montando in questi giorni), e quindi deve usare parzialmente la batteria. Quanto sarebbe istruttivo sentire una delle discussioni tra gli ingegneri si decidono queste cose! A cosa dare priorità? In quale situazione? Fino a dove si può rischiare? Regolamentare la gestione energetica fa poi la differenza quando c'è da considerare l'altro lato oscuro dei computer portatili potenti così: l'autonomia.
Autonomia
La nuova batteria da 99.8 Wh (ci sono le regole
dell'aeronautica eccetera eccetera) compensa la diagonale dello schermo, la nuova componentistica e
tutti quei watt in più. Fa quello che deve nelle condizioni pesanti ed è in linea con la categoria
"pro" nell'uso giornaliero, quello che a dire il vero è sprecato per questa macchina; per navigare,
scrivere e programmare, basta un Pro 13 base. La sorpresa arriva dalla possibilità di consumare poco
o nulla durante la decodifica di video, ed è una delle ragioni tecniche per cui Apple punta alla
personalizzazione hardware, ai chip finalizzati a determinati scopi. Quindi il chip
T2 responsabile della sicurezza in fase di avvio, dell'archiviazione criptata e in sola
lettura che ho discusso nella recensione al MacBook Pro 13, e del
funzionamento del Touch ID, è un ARM che decodifica fino a H265/HEVC con consumi ridicoli. E
permette alla riproduzione in streaming di durare tutte le ore che leggete in tabella.
Attenzione a questo: lavorare a batteria non riduce la frequenza operativa - o, almeno, non in maniera così importante da essere registrata nei soliti modi. Cambiano le finezze (luminosità schermo, luminosità tastiera, e vai a sapere cos'altro) ma CPU e GPU possono andare al massimo anche in mobilità. È uno dei vantaggi dell'aver scelto una piattaforma Intel + AMD così integrata e di aver deciso di vincolare tutto alla USB-C. Quei 100 watt che non si possono superare sono gli stessi che si riescono sempre a garantire. Per dire: non sarebbe stato possibile farlo con le GPU Nvidia di ultima generazione.
SOFTWARE | DURATA | |
---|---|---|
Lavoro online | Safari 10 schede, Telegram, VSCode + Hugo, GitHub Desktop | -15.4% / ora = 6.5 ore |
Riproduzione streaming | DAZN su Safari | -6.66% / ora = 15 ore |
Montaggio video | Adobe Premiere CC 2019 Luminosità massima | -72% / ora = 1.4 ore |
Standby | Laptop chiuso | -0% / ora |
Test eseguiti con luminosità e volume al 50%. Illuminazione tastiera disattivata. True Tone attivo.
Non ho ancora parlato della resa con i software Apple perché non li ho usati nelle due settimane a mia disposizione. Premiere e Photoshop a parte, niente flussi 8K su Final Cut e niente tracce di hit internazionali su Logic Pro X. Ma ho visto dal vivo questi software durante l'incontro con Apple; li ho visti far girare le cose di cui si parla nelle pagine promozionali ed è stato impressionante non tanto farne esperienza ma notare (e confidarlo ai presenti) come ogni dimostrazione veniva fatta con gli altri software aperti, senza chiudere tutto, riavviare o assicurarsi di partire da un ambiente ottimizzato come farebbe un utente scrupoloso a casa o in studio. Ovviamente, a batteria. E non c'era la calcolatrice o l'app Note in background, intesi. Era DaVinci Resolve con diverse correzione colore in tempo reale, era Xcode con quattro emulazioni attive, era Affinity Photo con RAW HDR.
Quel Mac probabilmente aveva 64 GB di RAM, ma era un esemplare in vendita non un prototipo super selezionato del tipo mostrato a certe fiere, con pasta termica e componenti diversi da quelli destinati al popolo. Per quanto le prestazioni pure del MacBook Pro 16 non sono esclusive ma possibili su altre macchine simili, è la possibilità di avere questo sistema operativo e questi software a determinare una scelta. Per questo, sopra, sono stato tanto sboccato nel consigliarlo senza giustificazioni ai professionisti utenti Mac.
IL GHIRIBIZZO
La custodia in pelle da 219 euro è una meraviglia, ma ha un prezzo folle e non dirò nulla per farvi cambiare idea. Ho avuto la fortuna di usarla in questi giorni di prova (così come di tenere per tutta l'estate quella del Pro 13) e l'ho trovata leggera, bella, profumata, aderente. Non la comprate a prezzo pieno ma prendetela in considerazione come regalo, magari, se conoscete una persona speciale.
DA MIGLIORARE
La Wi-Fi ac e la webcam 720p. E avrei fatto cento con un lettore SD sul fianco; il Mac-da-16 si presta al lavoro con file enormi e trasferire tutto alla massima velocità avrebbe fatto la differenza. Il passaggio alla Wi-Fi 6 poteva garantire longevità perché questo laptop che non si cambia ogni due anni. E la webcam è un'occasione sprecata perché quei microfoni e quell'impianto audio si meritano compagni migliori.
Conclusioni
Non mi sento in grado di fare altri raffronti ma una cosa
la so: MacBook Pro 16 è il portatile dell'anno. Non il migliore in assoluto perché è una macchina
costosa e settoriale. Non il migliore tra tutti perché il portatile mastro non può esistere così
come non sta né in cielo né in terra l'idea di fare tutti le stesse cose con i PC. Ma è il portatile
dell'anno per le aspettative che aveva, per come ha corretto di colpo i problemi qualificanti, per
come è riuscito a dare agli utenti Mac un hardware che fa cose impossibili, prima, sui Mac da
viaggio. Ha davvero senso di stare sul mercato, di essere in vendita, anche nella sua versione base.
E, soprattutto, come non era tanto chiaro da un po', con lui il brand Apple non è più solo un'idea
psicologica ma anche merce. E che merce.