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Laptop Revolution

Come ho restaurato e migliorato un portatile del 2010.

TUTORIAL Autore Riccardo Palombo Online dal 13 gennaio 2021 Scritta da Riccardo Palombo
Video Recensione Laptop revolution: il restauro di un portatile del 2010

          Da anni cerco di tirar su un portatile secondario. Qualcosa di pratico, economico, stiloso e raro, da portarmi in giro a mo' di macchina per scrivere ma con un sistema operativo dedicato e un'interfaccia testuale, connesso ad Internet solo all'occorrenza per sincronizzare tutto su git. Ho fallito diverse volte: ricordo un Vaio P11 che durava mezz'ora, ricordo un Samsung NS310 con pannello di ricarica solare che aveva una tastiera pessima, ricordo un Google CR-48 che non supportava bene Linux, e nel mentre diversi portatili, diverse priorità. Poi la vita mi ha portato a gestire siti statici e ad usare tanto il terminale, tanto, di nuovo, Linux. Così ho comprato online un netbook che avevo a cuore, l'ho potenziato per quel che si poteva, l'ho migliorato con un po' di elettronica e con un telaio nuovo di fabbrica, e ci ho cucito attorno un ambiente operativo basato su Linux, sulla tastiera e sul terminale. Ci ho passato quasi un anno.

Aggiornamento: ho finito un altro restauro, questa volta in blu!

Il video tutorial di inizio pagina dura quasi 30 minuti e spiega/mostra tutto quel che c'è da sapere: perché ho scelto un certo modello, cosa ho cambiato dentro, cosa ho cambiato fuori, come lo uso, come lo potrei migliorare. Segue un resoconto più utile a chi vuole replicare la mia idea e qualche consiglio finale sugli acquisti. I file di configurazione di tutto il software citato (in gergo, dotfiles) si possono scaricare su Patreon.

SCHEDA TECNICA HP MINI 5103

Schermo10.1 pollici 1366 x 768 px / TN / opaco CPUIntel Atom N550 Dual Core @ 1.5 GHz / 8.5 watt GPUIntel GMA 3150 @ 200 MHz RAM2 GB DDR3 1333 MHz (su slot) Storage64 GB SSD SATA3 / 2.5 pollici ReteWi-Fi n + Bluetooth 3.0 / Gigabit Ethernet Porte3x USB-A 2.0 / VGA / Jack audio 3.5 mm / SDXC Batteria6-celle 66 Whr / Alimentatore 45 watt Telaio23 x 262 x 180 mm / 1200 grammi AltroWebcam 480p / Slot miniPCI-E libero
Scheda tecnica Laptop revolution: il restauro di un portatile del 2010
FIG. 1. Clicca per ingrandire.

HP Mini 5103 in colorazione nera con maniglia inserita. È un accessorio opzionale e difficile da trovare, ma io ho un esemplare in arrivo.

L'hardware

          Ho scelto un HP Mini 5103, 10 pollici di fascia alta uscito a fine 2010, per il suo telaio in alluminio spazzolato (coperchio) e magnesio (tutto il resto), per la tastiera che sapevo ottima, per il design industriale lontano dalle curve di adesso, e per la disponibilità di una variante con schermo opaco da 1366 x 768 px. La maggior parte dei netbook si ferma a 1024 x 600 px; non è un problema se si deve solo scrivere, solo una noia quando si cerca di lavorare su più finestre o su un browser. Nei mesi ho comprato tre HP Mini (un 5101 per lo schermo HD e due 5103, uno solo per le parti di ricambio) dai quali ho ricavato il modello finale. E quando ho iniziato a capire che l'idea aveva senso, che l'autonomia era decente, le prestazioni adeguate, la tastiera davvero comoda, e che la disponibilità delle parti di ricambio nuove di fabbrica era assicurata su Aliexpress o Ebay, ho deciso di investire qualcosa in più per renderlo davvero unico.

Netbook Linux
FIG. 2. Il pannello opaco regge anche in esterna. Sul fronte, con il LED RGB, l'interruttore per attivare o spegnere la wireless.

Così ho ordinato il coperchio color vinaccia in alluminio spazzolato (una meraviglia, ma purtroppo in video non rende), la scocca inferiore in magnesio, la parte superiore rossa, e la cornice nera. Poco dopo ho comprato una nuova batteria (compatibile ma di qualità: evitate le troppo economiche perché usano celle rigenerate di scarsa qualità e di breve durata) e la parte interna della tastiera italiana. Incollare punto punto la cornice della vecchia tastiera (croata) sulla nuova non è stato facile o veloce, e mi ha lasciato una crepa sul lato sinistro. La solidità della tastiera dipende molto dal blocco unico che si viene a creare tra la cornice e i tasti; ho cercato di rimediare con molta colla ma l'originale aveva qualcosa in più.

E quanto ho speso per il tutto? Circa 200 euro, a grandi linee, senza considerare gli avanzi che poi ho rivenduto in diverse fasi del processo. I portatili sono costati circa 140 euro (uno, ricordate, è servito solo per delle parti di ricambio interne: mi è costato 15 euro) e poi penso di aver speso 60 euro per batteria e componenti esterni. Avevo a casa RAM ed SSD. La RAM deve essere compatibile, certo, ma la SSD può essere uno dei modelli da 64 GB e ~20 euro disponibili in quantità su Amazon; se possibile, comprate un modello di marca anziché uno veloce perché sarà difficile riuscire a sfruttare le sue prestazioni su portatili tanto vecchi.

Netbook Linux ricambi
FIG. 3. Le parti di ricambio, nuove, appena arrivate.
Netbook Linux HP Mini 5103
FIG. 4. Il coperchio in alluminio spazzolato color rosso vino.
Netbook Linux schermo
FIG. 5. L'interno del nuovo telaio, firmato.
Netbook Linux processore
FIG. 6. L'impianto termico della CPU Atom Dual Core.
Netbook Linux resistenza
FIG. 7. La resistenza da 53 Ohm sul positivo della ventola.

Scegliere tra un modello con Atom N270/280/N455 Single Core o un Atom N550 Dual Core non è stato veloce. Un po' per l'esperienza, un po' per le prove fatte quando avevo le due versioni con me (prove termiche, soprattutto), ho deciso di mantenere il Dual Core da 8.5 watt e inserire una resistenza da 53 Ohm per rallentare (e ritardare) la velocità di rotazione della ventolina. Ne ho parlato un po' nel video. Adesso lavoro senza impicci con la temperatura della CPU sotto i 40°C e percepisco la ventola girare (ma devo essere in completo isolamento per riuscirci) solo sopra i 50°C. L'Atom N550 Dual Core non mi dà vantaggi nella reattività del sistema ma mi garantisce prestazioni migliori quando devo andare oltre il previsto; se sono costretto ad aprire Firefox, per dire, oppure quando avviare uno screencapture loseless su ffmpeg. Di contro, un Single Core come l'N280 o l'N455 (TDP di 2.5 e 6.5 watt) avrebbero abbassato ancora le temperature interne, alleggerito di qualche grammo il tutto e ridotto i consumi, ma anche escluso ogni possibilità di lavoro fuori dall'ordinario. Credo di aver trovato un buon bilanciamento ma ammetto di essere attratto dalle piattaforme hardware più moderne predisposte per il design fanless.

Il software

          Il mio sistema operativo è Void Linux ma si può usare Arch Linux, una Debian, una Slackware, Gentoo: qualsiasi distro disponibile in edizione minimale e leggera. Ho scelto Void 64-bit perché il processore del mio modello lo permette, ma c'è il supporto ufficiale ai 32-bit ed è un bel vantaggio rispetto ad Arch, per dire. Il gestore finestre è i3-gaps perché ci posso determinare operazioni che altri non fanno. Ad esempio, posso avere un bordo finestra di 10 pixel quando sono in floating, e un bordo finestra di 1 pixel quando non lo sono. Il tutto con una riga di codice che mi fa regolare sia la dimensione sia la posizione (esempio: centrata) sullo schermo, vincolata ad una scorciatoia da tastiera. Nei mesi ho provato diversi gestori di finestre. i3 mi sembra meno reattivo di Spectrewm (l'ho usato per mesi su questo modello) o Herbstluftwm, ma ha questi vantaggi nel config e una comunità con migliaia di domande e dubbi sciolti. Mi resta da provare un Dwm patchato.

Altri software fondamentali sono: Dmenu, compilato con la patch per aumentare l'altezza del suo corpo e abbinato allo script ufficiale "todo", poi un po' modificato; Herbe, compilato per mostrare notifiche con bordo 10 px e dimensioni/posizione desiderata; Picom, per le ombre delle finestre flottanti e un leggero effetto di fading quando si cambia spazio di lavoro; Lf, il file manager da terminale; Micro, l'editor da terminale che uso per cose semplici; Vim, l'editor da terminale che uso per cose più complesse assieme ad una serie di plugin per il markdown e per la scrittura - ma devo ancora prenderlo sul serio; Wordgrinder e Xwordgrinder, per scrivere queste note e/o testi più lunghi di sola prosa, entrambi ricompilati per nascondere la barra di sistema (che altrimenti ricompare ad ogni avvio); Lazygit, per tutto quel che riguarda il caricamento e il download dai repo git di sincronizzazione delle note e dei siti; Urxvt-unicode, come terminale di sistema (lanciato in modalità demone). Per un'anteprima del risultato, guardate la gif a seguire.

Void Linux Netbook
FIG. 2. Qualche schermata del sistema operativo con alcuni dei software appena citati.

I colori base del tema sono nel file .Xdefault. Micro ha il pre-installato cmc-16; Vim ha lo schema pencil, in variante dark e con background modificato su #000; bash ha un prompt minimale con la sola directory di lavoro (configurato in .bashrc). Tra le utilità, ci sono due script per controllare la batteria (ne parlo nel video: ogni 10 minuti controllano se la batteria è sotto una soglia e, se vero, inviano una notifica con Herbe e/o chiudono gli effetti grafici per risparmiare energia), e uno script che richiamo con un tasto multimediale del laptop (un po' scomodo, ma almeno è sfruttato) dove sono mostrate informazioni sullo stato del portatile (luminosità, batteria, ora e data, temperatura della CPU). Con queste a disposizione, posso fare a meno di una barra di stato. Il tema GTK è Akwa-Dark, le icone Adwaita, il font delle cose grafiche è Roboto Condensed; mi capita di lanciare Firefox o PcManFM, ma cerco di evitare tutto quel che non gira in terminale.

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Per il risparmio energetico, uso una combinazione di Powertop, Tlp e Cpufreq. Anche il BIOS è regolato nella maniera più conservativa possibile: la webcam, la scheda audio, e non ricordo quali altre periferiche, sono disattivate. Tlp gira come servizio in background, Cpufrequ regola tutti i core della CPU in modalità "powersave" ad ogni avvio, e Powertop è caricato con la voce "--auto-tune" per attivare tutte le ristrettezze possibili. Il sistema è appena meno reattivo di quel che potrebbe ma il mio obiettivo è tenerlo freddo e silenzioso, non pimpante. Mentre scrivo queste righe, con Wordgrinder e altri due terminali aperti sotto, senza connettività ad Internet, il consumo base della macchina è di 6.5 watt. Ho la batteria al 53% e un'autonomia stimata di 4 ore e 5 minuti. È più di quanto mi occorre. La luminosità dello schermo consuma un buon 60-70% del tutto; poi c'è picom con poco meno di 1 watt (lo potrei disattivare, è vero, ma l'ombra sotto la finestra e gli effettini qua e là modificano in meglio il mio stato d'animo) e via via tutto il resto. Potrei ottimizzare ancora un po' di servizi, ricompilare il kernel, togliere dei pacchetti eccetera eccetera. Avrebbe senso? Forse.

Netbook Linux design
FIG. 8. Le porte del lato destro e il profilo della batteria.
Netbook Linux Cover
FIG. 9. Il coperchio in alluminio spazzolato color rosso vino.
Netbook Linux schermo
FIG. 10. La cornice nera, nuova di fabbrica.

Ne volete uno?

          A chi è interessato, consiglio di scaricare i miei dotfiles da Patreon e avere la base di partenza su cui avrei voluto contare io. Poi procurarsi un netbook, o un ultraportatile, o un laptop con le caratteristiche che servono. Quindi: schermo opaco, autonomia, buona tastiera, bel design (e non potete credere a quanto incide sul piacere finale), piattaforma hardware a basso consumo adatta alle modifiche termiche più estreme, basso prezzo, supporto Linux. Vi consiglio di restare nella fascia dei 50-100€, al netto delle modifiche ai componenti che poi vorrete fare.

Se trovate un HP Mini 51XX prendetelo (dal codice modello potete risalire alla risoluzione dello schermo - vi basta una foto dell'etichetta posteriore e una ricerca su Google), oppure uno dei Samsung N220, N230, NC210, NS310 uno degli Asus EeePC 1025C, 1025CE, X101CH (è fanless di suo, ma la batteria è piccola), S101 o 1018P (ma ha lo schermo lucido), un MSI Wind U160 (schermo lucido), un Dell Latitude 2120 (parecchio brutto ma con schermo HD e, pare, un'ottima tastiera). Gli Acer non mi sono mai piaciuti perché sono sempre stati modelli economici. Anche Lenovo non si è mai distinta; forse solo un IdeaPad S10-3, oppure tutto l'universo ThinkPad. Sto lasciando fuori un sacco di prodotti perché in realtà ci sarebbero anche certi Chromebook che possono far girare Linux, oppure ultraportatili come i primi Sony Vaio W11, X11 o Vaio P11 (ma è da prendere nella seconda generazione, ed ha prezzi alti, spesso folli, oltre ad una batteria piccola) o i bellissimi Fujitsu Siemens. Provate a cercare anche i vari Classmate di Intel, i modelli distribuiti solo nel settore scolastico. Attenzione agli acquisti dal Regno Unito perché adesso c'è da pagare la dogana. Attenzione ad acquistare modelli funzionanti, con il loro alimentatore perché comprarlo nuovo non ha senso, senza difetti estetici tipo tasti che mancano e che non sistemerete più. Attenzione a chi vende come "non so se funziona, non ho tempo per controllare" perché gioca sull'incertezza, sul rischio, ma in realtà ha controllato e l'ha trovato rotto. Non è semplice e non è una cosa da due giorni ma basta avere pazienza, costanza, leggerezza del non farsi prendere la mano per la smania di fare. Ci metterete un anno a far tutto ma volete mettere, poi, la soddisfazione?

Video Recensione Laptop revolution: il restauro di un portatile del 2010