Riparto da qui
Non volevo aprire un nuovo sito ma sono stato un po' costretto e un po' trasportato. Costretto perché mi serviva un posto per pubblicare. Un posto mio, non di Zuckerberg né di altri (ho ragionato per giorni sull’idea di una newsletter, ma avrei perso il gusto della formattazione creativa). Trasportato perché lo stile delle tecnologie web di oggi, dal JAMstack all’hosting su CDN, non si può proprio ignorare. O, almeno, io non riesco a lasciar perdere queste possibilità: gratuite, open-source, semplici, potenti, molto veloci. Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso.
È un punto talmente importante che voglio ripeterlo, con sentimento: ho appena finito di assemblare il tutto (questo è un sito statico, scritto in HTML/JS/CSS su VSCode, generato dal framework Hugo e distribuito da Netlify) e già mi viene voglia di rifare tutto con Gatsby e React. Sarebbe più veloce e più efficiente, avrebbe un codice più elegante. Sarebbe tutto quello che vorrei essere io.
Ad ogni modo un anno fa non avrei pensato di trovarmi in questa situazione. Vi ho già parlato del perché ho lasciato un lavoro stabile per obbligarmi a sbattere la testa su una prospettiva da inventare. Non è stato difficile farlo e non mi pare sia difficile mantenere questo atteggiamento; il problema sarà fare in modo che non diventi la normalità perché allora avrei fatto bene a restare dov’ero. Anche per questo preciso che la recensione al Dell XPS 13 9380 abbinata a questo lancio, sia la versione testuale sia la versione video, è un po' diversa da quel che vorrei fare. È una prova, un di tutto e di più, anche per crearmi il codice dei vari “blocchi” e poi vedere, di volta in volta, come usarli, come migliorarli.
Ad esempio vorrei scrivere testi più essenziali, mettere foto più caratteristiche, rapportare dati con dati. Nei video, frammentare meno l’esperienza percepita. Ho tante idee, ci ragiono da un paio d’anni. Ma per il momento spero basti quel che c’è - anche perché credo che sia più vicino al tipo di contenuto che cercate voi lettori anziché a quello che vorrei produrre io non-lettore. Detto questo, ecco cosa mi resta da fare su riccardo.im.
To do list
- Inserire la ricerca: non sarà un grande problema finché i contenuti saranno così pochi ma serve per le puntate del podcast. Con i siti statici è un po' complessa da mettere in piedi tanto che conviene affidarsi a servizi come Algolia.
- Podcast in elenco: vorrei fare in modo che la selezione della categoria nell’indice articoli includa anche le puntate de Il Mordente e non si limiti a rimandare alla pagina dedicata.
- Aggiungere una sezione libri: adesso c’è il widget in sidebar e ci sono i consigli sotto ogni puntata del podcast ma ho lavorato per qualche giorno ad una pagina specifica più utile a voi e a me; poi mi son reso conto di essere in ritardo e ho rimandato a tempi migliori.
- Modalità notte: abilitare il tema nero, perché mi piace e perché mi va.
E poi correggere tutti gli errori di visualizzazione che mi segnalerete, soprattutto (immagino) da chi guarda il sito su tablet o su dispositivi dal formato inusuale: alcuni spazi bianchi sono di troppo o hanno un impatto visivo eccessivo; è colpa mia: sono il risultato di modifiche al bootstrap originale fatte con poco criterio. Ancora: inserire un po' di contenuti per dare un aspetto meno asettico, trovare un artista capace di farmi un logo ragionato, meno banale.
E poi sperare di aver previsto tutto perché non ho davvero idea del traffico che un sito così piccolo può portarsi dietro quando viene lanciato con un’azione corale social + youtube + podcast tipo quella che ho messo in piedi. Farò il mio commit e aspetterò: male che vada, avrò da imparare come evitare altri errori.
Quindi datemi un riscontro, datemi un feedback, mandatemi messaggi vocali al numero del podcast o scrivete parole sul form contatti (che non spedisce una e-mail ma salva tutto sul pannello di Netlify - così vi ho risparmiato altri cookie). Siate brutali perché è così che mi servite.
Credo sia tutto. Avrei altro da dire (ad esempio: no, non ve lo dico) ma dovete perdonarmi: sono ad un punto cruciale del libro sulla teoria della stringhe, sono al passaggio dall’idea del multiverso alle prime prove sperimentali, e non riesco a pensare ad altro se non a quelle nove dimensioni: tre visibili ed estese e sei microscopiche e compattificate. Nove dimensioni. Ci pensate?
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